La memoria dell’elefante
Da un po’ di mesi leggo con una certa regolarita’ il blog di Beppe Caravita, acuto e attento commentatore di tendenze sociali e politiche in corso, piroettante come i napoletani sanno essere. Questa mattina ho trovato una interessante analisi sulla crescita dell’India, trainata dal motore tecnologico moderno dell’IT con tassi di crescita del +30% annui, ma che si fonda sulla cultura millenaria di calma, saggezza e serenita’ dell’ _elefante_…
E noi, quale cultura possiamo contrapporre? In questi tempi si sta sistematicamente distruggendo l’ecosistema sociale di solidarieta’, mutuo rapporto fra generazioni e fra classi in nome di un falso “liberi tutti!” che non fara’ altro che accelerare il nostro declino, cancellando in pochi anni i secoli di educazione e benessere sociale raggiunti. Non penso che avverra’, siamo in molti a pensare che alternative esistano: sara’ il tempo anche per noi di riscoprire i tempi, le pause e il pensiero positivo dell’Elefante.
..Oggi invece succede che l’umanita’, messa in moto la ruota rapida della microelettronica, della tecnologia dell’intelligenza imprigionata nel silicio e cumulativa, scopre la potenza del pensiero dell’Elefante. Calmo, sereno, continuo, incrementale, umile, costantemente semplificante ma allo stesso tempo comunicativo, secondo i canoni di quella via di mezzo, di quel buon senso operativo che un concittadino indiano del 500 avanti Cristo per la prima volta comunico’ al mondo, e con parole semplici e ispirate.