Accogliere nei limiti

Dal libro Nuove Apocalissi di Enzo Bianchi:

C’e’ una tentazione, diffusa anche in certi ambienti del volontariato cattolico impegnati in prima fila sul difficile fronte dell’accoglienza degli stranieri, di pensare alla perfetta uguaglianza dell’altro, al criterio dell’accoglienza sempre e in ogni caso di tutti quelli che bussano alle nostre frontiere.

Ora, siamo consapevoli di quello che la storia ci insegna, e cioe’ che quasi mai il pane va verso i poveri e quasi sempre i poveri vanno verso il pane, cosi’ come siamo sempre piu’ coscienti della radicale uguaglianza di tutti gli essere umani di fronte a Dio e dell’universalita’ dei loro diritti, ma questo non puo’ tradursi automaticamente e acriticamente in un’accoglienza passiva e illimitata degli immigrati.

Che senso ha accogliere qualcuno senza poter fornire loro casa, pane, vestito e soprattutto una soggettivita’ e una dignita’ della nostra societa’?

Occorre riconoscere che esistono dei limiti nell’accoglienza: non i limiti dettati dall’egoismo che si asserraglia nel proprio benessere, ma i limiti imposti da una reale capacita’ di “fare spazio” agli altri, limiti oggettivi, magari dilatabili con un serio impegno e una precisa volonta’, ma pur sempre limiti.

Tavola periodica delle interferenze

Da “Union of Concerned Scientists” :

Tavola Periodica Interferenze USA

Classifica e dettaglia i principali casi di influenza della pubblica amministrazione USA attuale in campo scientifico. Da buon rappresentante dei petrolieri, il presidente si e’ dato un gran da fare per l’ambiente…

La tabella originale e’ interattiva: cliccando su ogni casella, si ottiene una pagina di approfondimento sul tema. Dalle Foreste al Petrolio c’e’ di che sbizzarrirsi.

Finlandia: multe proporzionali al reddito

Me ne aveva fatto cenno un finlandese qualche anno fa, parlando di automobili ed eccessi di velocita’. Da loro le multe per violazioni dei limiti di velocita’ o per altre infrazioni del codice sono proporzionali al reddito dichiarato di chi infrange il limite. Gli agenti di polizia inviano un SMS con il codice fiscale della persona, e ricevono l’indicazione del reddito dichiarato: in questo modo sono in grado di calcolare subito l’ammontare dell’infrazione.

Bell’uso della tecnologia, e in fin dei conti molto democratico.  Non sarebbe male venisse adattato lo stesso principio anche da noi!

Piu’ info qui, sul sito della Michelin e quello della Commissione Europea.

La spazzatura: saggezza di un monaco

Sto ascoltando in questi giorni i podcast degli interventi di Enzo Bianchi tenuti nella passata stagione per la trasmissione radiofonica Uomini e Profeti. Il tema: le tentazioni, dalla lussuria all’accidia, dall’ira alla gola.

Nel brano sull’avarizia (lo stream qui) e sul possesso viene toccato da Enzo Bianchi il problema della spazzatura (facendo riferimento, gia’ a maggio 2007, della situazione indecorosa di Napoli), dei rifiuti personali che ciascuno produce (ca. al 33 minuto) con queste parole:

“.. quando si vedono queste montagne di rifiuti, almeno a me viene in mente una idea, di una follia dell’umanita’ occidentale in questo momento.

Devo dire che qualche volta guardo il secchiello della mia pattumiera che verso, alla fine della giornata, e lo guardo per interrogarmi e dirmi: cosa ho consumato, quanto ho consumato, perche’ ho consumato queste cose piuttosto di altre.

Guardi, devo dire che e’ un esercizio che non e’ moralistico ma da’ la consapevolezza di che cosa vivo, che cosa consumo, che cosa mangio. Perche’ altrimenti noi ormai siamo abituati ad accogliere tutto quello che ci offre il mercato, la bancarella, il supermercato – semplicemente nella misura in cui e’ piu’ attraente lo consumiamo.

Ecco io credo invece … guardare qualche volta.. e che partire qualche volta dalla spazzatura, dalla quantita’ per renderci conto alla fine di cosa viviamo, e’ un’operazione salutare, ci da’ consapevolezza.”

Enzo Bianchi: anche tra i credenti c’e’ chi lavora contro il dialogo

Dall’intervista a Enzo Bianchi a Che tempo che fa prima di Natale, riporto qui il testo di un bel passaggio di forte autocritica verso un modo di vivere e proporre la religione (anche cattolica) – tipica di molti movimenti – che hanno alla loro base “la volonta’ di una chiusura su stessi,essere nella propria identita’ certi e sicuri senza guardare a quella identita’ che portano gli altri.”

“Il dialogo e’ un impegno e una responsabilita’ anche se e’ vero, oggi si ha diffidenza della parola dialogo,
anche all’interno delle religioni, purtroppo anche tra i credenti. Ormai nelle religioni ci sono credenti che lavorano contro il dialogo, dicono che il dialogo e’ una parola ormai indecente, di cui non bisogna fidarsi, perche’ pensano a come tornare a una identita’ dura, una identita’autorefenziale quando ogni identita’nasce e cresce dal confronto, dalla relazione e dal contatto con gli altri.

No,viviamo dei tempi molto difficili per quelli che credono nel dialogo, nel confronto nell’ascolto dell’altro.
Pero’ proprio per questo io credo che questo deve essere un impegno ancora piu’ risoluto.

Noi non siamo addetti a seguire le mode. Oggi il vento tira oserei dire contro il dialogo, contro il confronto, contro la riconciliazione; c’e’la volonta’ di una chiusura su stessi, essere nella propria identita’ certi e sicuri senza guardare a quella identita’ che portano gli altri.”

Si fanno le scarpe.

Le evoluzioni del web e della personalizzazione non vedono soste: il NY times riporta fa una panoramica dei siti (tra cui Tupli) cui rivolgersi per personalizzarsi e farsi fare scarpe su misura.

Certune sono proprio bruttine… certo che se si riuscisse ad unire l’abilita’ e lo stile dei nostri artigiani con l’innovazione del web potrebbe ne potrebbero venir fuori delle belle!

Mezzo secolo di fuoco

No, non e’ la storia di una torrida passione protrattasi a lungo tra i protagognisti…: e’ stato spento un incendio sotterraneo che durava da cinquant’anni, annidandosi tra depositi e gallerie di terreni con alte concentrazioni di carbone.
incendio
Riprendendo dalla fonte:

I danni causati da questi incendi sono soprattutto ambientali. Paul van Dijk dell’International Institute for Geo-Information Science and Earth Observation (Usa) ha stimato che gli incendi sotterranei al momento attivi in Cina immettono nell’atmosfera circa 360 milioni di tonnellate di anidride carbonica, un quantitativo pari alla metà di quanto viene emesso in un anno dalle automobili di tutti gli Stati Uniti e al 2/3 per cento delle emissioni globali di questo gas.

L’inutile dolore della fine

Da brividi. E da rabbia, anche. 90 mila persone, malati terminali, terminano la propria esistenza ogni anno tra indicibili dolori, con inutili sofferenze che potrebbero essere alleviate da una giornaliera terapia anti-dolore. Ripenso alla nostra esperienza in famiglia una decina di anni fa: fummo fortunati (nella forte tristezza senza speranza di quei mesi) incontrare un medico competente che ci indirizzo’ nell’utilizzo della morfina per alleviare i dolori a papa’. Dal periodo iniziale di iniezioni si passo’ all’applicazione (fatta in day hospital) di un dispenser sotto cutaneo che rilasciava lentamente la dose necessaria per lenire le sofferenze. Che rimasero, eccome: non oso pensare all’intensita’ che avrebbero raggiunto senza.

Ancora oggi, purtroppo, si constata come nella societa’ dell’informazione, tecnologicamente evoluta quale noi in Italia vogliamo reputarci – siamo ancora una volta fanalino di coda. E come la possibilita’ di migliorare sia sempre affidata al caso, alla conscenza fortuita, al passaparola casuale piuttosto che alla sistematica diffusione delle tecniche e delle informazioni. Che purtroppo avviene, si’: ma solo per le futilita’.

Droga a scuola

Ancora una volta, il giornale di Torino non perde l’occasione per buttarsi a testa bassa nel becero giornalismo di cronaca.

Il titolo di apertura del pezzo e’ decisamente derisorio e denigratorio nei confronti del preside del Liceo Copernico di Torino, che ha chiamato i carabinieri per indagare sullo spaccio di droga che si compiva all’interno dell’istituto:

“Il preside si spaventa”. Ma chi l’ha detto?

Ha semplicemente visto e osservato un reato, e ha domandato cooperazione a chi di competenza. Certamente e’ piu’ responsabile e dotato di senso civico del preside del Boselli, dove pochi giorni dopo i carabinieri hanno compiuto una retata nell’istituto dove le operazioni di spaccio si compivano apertamente alla luce del sole. Dove era e cosa stava facendo il preside ? Stava forse pensando alla sua pensione? In maniera irresponsabile ha accusato le forze dell’ordine di interventismo, esigendo un rispetto di autonomia che supera ogni limite.

E ben ricorda oggi il procuratore capo di Torino, Marcello Maddalena, che “scuole non possono essere considerate zone franche, in esse le forze di polizia non possono non entrare e accertare eventuali reati.”