Respirare meglio, correre meglio.

Non si smette mai di imparare. Mai.

Un aspetto della corsa su cui mi sono concentranto nelle ultime settimane, e che ha contribuito ad un miglioramento generale insieme ai singoli allenamenti, e’ stata la modalita’ di respirazione.

Durante una corsa un amico mi ha parlato della modalita’ di respirazione addominale yoga, la pranayama, applicata alla corsa. E’ una tecnica di base che gia’ nel corso di yoga pratico – ma che non avevo mai considerato di utilizzare anche correndo. Anche qui ne viene suggerita l’adozione per migliorare la propria capacita’ respiratoria durante una corsa.

Si tratta di distendere l’addome e di permettere ad ogni inspiro agli addominali, e di conseguenza alla sezione inferiore dei polmoni, di potersi dilatare maggiormente aumentando cosi’ la quantita’ di aria che viene inalata.

Ho iniziato cosi’ ad osservarmi meglio durante le corse, e ho notato che effettivamente il mio respirare era molto alto, e non si espandeva a sufficienza verso l’addome basso, impedendo cosi’ di poter inspirare una dose maggiore di ossigeno ad ogni inalazione. Non e’ un meccanismo automatico, occorre concentrarsi all’inizio per avviare poi la serie correttamente – ma dopo un po’ un lieve vantaggio si percepisce, a tutto vantaggio della resistenza e della velocita’.

Mezza maratona: a che velocita’?

Dopo la corsa di domenica scorsa, realizzata con una media di 4’45” al km, proseguo nel piano di allenamento per la prossima gara.

Come gia’ deciso, per il 2008 mi voglio concentrare sulle mezze maratone. Per darmi un obiettivo realistico di tempi (l’ultima che feci fu a 5’22”) ho provato a dare un’occhiata in giro ai metodi che consentono di estrapolare la velocita’ in una gara a partire dai tempi ottenuti in un’altra di distanza differente.

Qui sono illustrati quattro metodi differenti, mentre il metodo di Riegel e’ quello che viene proposto per le migliori approssimazioni:

TP2=TP1*(D2/D1)^1,06

dove TP1(2) e D1(2) sono i tempi e le distanze delle due gare che si confrontano.

E cosi’, facendo un po’ di conticini, il mio target per la prossima mezza e’ correre sui 4’55”. Si, diciamo che anche un 5′ andrebbe bene… 😉

Tuttadritta 2007!

07 e’ l’anno.. e 07 sono all’incirca i minuti in meno che ho impiegato quest’anno in questa bellissima giornata di dicembre per correre i dieci chilometri da piazza Solferino fino all’arrivo alla palazzina di Stupinigi! 47′ 32″

arrivo tuttadritta torino

Ok, si puo’ migliorare e da domani penseremo come togliere ancora qualche secondo: intanto oggi mi godo le sensazioni bellissime provate durante la corsa.

Ero quasi sicuro di riuscire a stare sotto i cinquanta minuti, puntavo a corrre ad una media di 4’50” ogni km – per cui quando ho visto i 4’39” al primo passaggio ho tirato un po’ il freno per non cadere nel solito errore di bruciarsi all’inizio e non farcela alla fine. E cosi’ i due passaggi seguenti ho un po’ rallentato… ma sentivo le gambe correre leggere, il fiato regolare e profondo, la mente tranquilla e fiduciosa e … cosi’ ho abbandonato la razionalita’ e ho seguito le sensazioni del corpo, divertendomi fino all’ultimo metro!

L’inutile dolore della fine

Da brividi. E da rabbia, anche. 90 mila persone, malati terminali, terminano la propria esistenza ogni anno tra indicibili dolori, con inutili sofferenze che potrebbero essere alleviate da una giornaliera terapia anti-dolore. Ripenso alla nostra esperienza in famiglia una decina di anni fa: fummo fortunati (nella forte tristezza senza speranza di quei mesi) incontrare un medico competente che ci indirizzo’ nell’utilizzo della morfina per alleviare i dolori a papa’. Dal periodo iniziale di iniezioni si passo’ all’applicazione (fatta in day hospital) di un dispenser sotto cutaneo che rilasciava lentamente la dose necessaria per lenire le sofferenze. Che rimasero, eccome: non oso pensare all’intensita’ che avrebbero raggiunto senza.

Ancora oggi, purtroppo, si constata come nella societa’ dell’informazione, tecnologicamente evoluta quale noi in Italia vogliamo reputarci – siamo ancora una volta fanalino di coda. E come la possibilita’ di migliorare sia sempre affidata al caso, alla conscenza fortuita, al passaparola casuale piuttosto che alla sistematica diffusione delle tecniche e delle informazioni. Che purtroppo avviene, si’: ma solo per le futilita’.

Cucina 2.0

Va tanto di moda in questi mesi darsi una verniciata di modernita’ aggiungendo un numero di versione a qualsiasi cosa: dopo il web2.0 gia’ in corsa verso il 3.0, eccolo superato da telco3.0 (lasciamo perdere) e da food2.0. In molti casi si tratta di sostanza (aggiunta), in altri di pura cosmesi/remix di elementi gia’ presenti per fornire nuove esperienze.
Le soluzioni descritte inquesto articolo del NY si inseriscono nel secondo filonede: nuove alchimie che qualche chef sta conducendo in cucina per cambiare forma e presentazioni agli ingredienti e ai prodotti: cosi’ la maionese viene congelata, o il tofu presentato a sferette.
food 2.0

Fa piacere ricordare che l’innovazione in cucina (… vabbe’, al bar) venne lanciata da una operazione della Lavazza con il cuoco spagnolo Adria’: l’espesso(tra l’altro, buono!)
espesso

Cani al guinzaglio

Mi piacciono gli animali, chi piu’ e chi meno, e tra i piu’ sicuramente i cani. Non sempre pero’ mi piacciono altrettanto i loro padroni: no, non stiamo parlando di chi accompagna quotidianamente la propria creatura al giro quotidiano del quartiere; ma di chi vede anche nel possesso della bestia un’estensione del proprio io e un modo di sopraffare e imporsi al prossimo.

“Stia tranquillo, non morde!”, “Cosa vuole che le faccia?”, e simili amenita’ vengono proferite dai possessori di molossi che liberi girano per i parchi e le vie cittadine – quando, non peggio, sono all’interno di locali.
Per cui, con questa sentenza della Cassazione,n.43390si riporta un po’ di buon senso visto che sta scarseggiando.

Portati dunque la creatura in giro, ma debitamente legata.

Restyling per IE

Nelle ultime settmane/mesi ho continuato ad utilizzare FireFox per visualizzare il layout delle pagine: non che freghi molto a qualcuno, ma con IE si vede ancor piu’ da schifo – la sidebar va al fondo.
Non voglio perdere piu’ di tanto tra i meandri del CSS…. o s’aggiusta in fretta o si lascia come sta.

Eataly

Ieri sera siamo andati a fare un giro da Eataly: era da un po’ che volevamo andare, e vinta la pioggia e la pigrizia abbiamo fatto un salto.eataly
L’ambiente e’ accogliente, con tavolini a disposizione per pasti veloci nei settori principali: pasta & pizza, carne, pesce e birra. Elevata la varieta’ dei prodotti con prevalenza per quelli piemontesi, al 99,9% italiani – (ebbe’, senno’ mica lo chiamavano Eataly!) e qualche presenza straniera: un po’ di formaggi francesi, il jamon serrano spagnolo.
Abbiamo preso un po’ di confezioni di pate’ di pesce spadaVillaReale, gia’ scoperto e provato qualche anno fa al Salone del Gusto.
Qualita’ elevata nei prodotti: non resta che tornare a fare la spesa.

Odifreddi

Ieri sera siamo andati a sentire la seconda lettura di Piergiorgio Odifreddi su Einstein, al Circolo dei Lettoriin via Bogino.

Siamo arrivati prima delle otto, ora in cui hanno distribuito i biglietti per l’accesso alla sala della conferenza: aperitivino veloce in via Po, e poi alle 2101 avvio della conversazione di Odifreddi. Conosce bene la materia, e la espone bene (la volta scorsa e’ riuscito a passare ad un pubblico prevalentemente umanista e anzianotto i principi della meccanica quantista) con un ritmo e battute che alla rigorosita’ del tema e della esposizione aggiungono sapore. Si vede che gli piace esibirsi, farsi piacere e ricerca l’ammirazione del pubblico. Poi sbraca (quasi in maniera compulsiva, anche se si e’ limitato rispetto alle apparizioni televisive o alle incursioni librarie) sul tema della religione. Ma si sa, la perfezione non e’ di questo mondo 😉