Caduta Alberi

In un blog che usa gli alberi e i giardini come metafora non poteva mancare la caduta di un albero! (beh, non era strettamente necessaria e volentieri se ne faceva a meno).

E cosi’ e’ stato nella realta’, ieri sera: mentre stavamo passeggiando verso la biblioteca di parco Rignon, all’improvisso un albero si e’ spezzato (!) a circa tre metri di altezza, e ha rovinato verso di noi. Ce ne siamo accorti, abbiamo iniziato a correre ma i nodosi rami ci hanno sferzato la schiena colpendoci alle spalle e sul capo buttandoci a terra.

albero parco rignon

Aiutati da gentilissimi passanti, ci siamo alzati e siamo riusciti ad uscire tra l’intrigo di fronde e rami, mentre sopraggiungevano l’ambulanza e i vigili.
E cosi’, oggi, siamo fermi a casa (non possiamo guidare) con due bei collari al collo da tenere per una decina di giorni. Si, potevamo evitarla ma… poteva anche andare mooolto peggio!

Ancora versacci

Mattino

Il sole del mattino mi ha salutato
lungo il ciglio della strada
profumo di tigli e fieno tagliato
ha preso posto tra i miei pensieri,
rinfrescati dalla lieve brezza del mattino che
ondeggiando smuove il grano dei vicini campi.

Un passo, un altro ancora, ancora uno poi
nella continua sequenza del cammino,
accompagnati dalla vista della torre
qualche poggio piu’ in la, qualche passo oltre.

La potenza della calma del mattino, quando
il passato si immagina ancora futuro
e tutti i sentieri sono possibili
spinti dalla vitale energia del primo mattino.

Roccaverano: l’amaca

Questo fine settimana siamo stati a Roccaverano. Abbiamo ancora una volta goduto della calda e familiare ospitalita’ di Daniela e Giovanni, felici proprietari del B&B L’amaca.
La semplice ma attenta ricercata armonia delle camere, il silenzio dei luoghi, il panorama mozzafiato e la fantastica colazione mattutina sono il alcuni degli ingredienti di questo magico posto.

B&B l'amaca: la sala da pranzo

Con dei cari amici abbiamo visitato il paese (proprio ieri c’era una fiera di robiole e prodotti langaroli) e siamo stati in piscina ad Acqui Terme.
Due brevi giorni di relax, semplicita’ e amicizia. Bellissimo!

Versacci

Fuga

Veloce rapisce il cuore
il senso di un profilo, un’ombra
suggerisce speranze, piaceri improvvisi
lasciando dietro se’ terre incolte e sterili.
Grida uscendo dal perimetro di pelle
verso altre spiagge, verso altri soli
bruciando il suolo e i suoi timidi germogli.
I sassi rimasti, bollenti al sole del meriggio
segnano il sentiero su cui incerti piedi incedono.

Nubifragio a Torino

Ieri sera sono uscito dall’ufficio con un po’ di pioggia cadente, diretto lungo Po per la penultima lezione di chitarra: niente di male, capita in questa pazza pazza stagione che qualche goccia di pioggia cada.

Man mano che procedevo verso il centro, il cielo si scuriva sempre di piu’, e qualche chicco di grandine (non grandicello, per fortuna) iniziava a cadere. Lungo corso regina margherita, oltre il rondo’ della forca, gia’ era quasi necessario stare in centro strada per non rimanere annacquati dal ristagno dell’acqua a bordo strada. Sul ponte Regina Margherita pero’ c’e’ stata l’apoteosi: traffico bloccato, pochi veicoli procedevano sotto una fitta coltre di spessa acqua.

Dal finestrino, si vedevano auto parcheggiate nel parco michelotti che gia’ avevano l’acqua a meta’ portiera: le autopompe dei vigili, in mezzo a corso Gabetti, bloccavano il traffico in corso casale, dove i cassonetti di immondizia fluivano seguendo il croso della corrente nel bel mezzo della carreggiata. E vedere scendere dalla collina, un torrente impetuoso, continuo di acqua marrone e’ stata la goccia che ha fatto “traboccare il vaso”: avanzato di pochi metri, ho fatto inversione a U e via verso via Po per la cena con amici.
Inutile dire, che dopo poco e’ tornato il sereno.

Mosaici

Sintesi: cogliendo l’utile (imparare meglio Gimp) e il dilettevole (selezionare e riguardare le foto) ho iniziato a fare i mosaici di sintesi delle foto dei viaggi passati: qui il primo, quello fatto in patagonia. Vabbe’ che le foto meritevoli sono proprio pochine, e molti scatti non sono cosi’ incisivi ed espressivi come vorrei, pero’ si inizia: basta non mollare.

Trasloco

Oggi ho traslocato di ufficio, rimanendo sempre nella stessa sede. Aggiungo un’altra tappa alla lunga lista di questi ultimi anni, che mediamente mi ha visto cambiare di postazione ogni circa due anni.
Sono sempre occasioni positive: cambia il mix di colleghi e volti che incontri casualmente nei corridoi, alle macchinette del caffe’ o alle stampanti, e cogli l’occasione per dare un’ultima occhiata a quei paper “che si tengono sempre da parte perche’ non si sa mai” e che inevitabilmente finisco nel cestino della carta.

Libro: Nido vuoto

Sono sempre una piacevole scoperta e lettura le storie dell’ispettore Pedra Delicado, tra i pochi personaggi femminili (oltre alla simpatica Mrs Marple) che caratterizzano il panorama dei gialli. Ancora una volta in questo romanzo compaiono i problemi della societa’ attuale, e l’ambientazione a Barcellona oltre a dare piacevoli note di colore locale non ne impedisce la generalizzazione anche ai nostri lidi.
Se si entra in sintonia con l’asprezza, quasi sfrontata alle volte, e l’umanita’ della protagonista non si vorrebbe che il racconto terminasse.
nido vuoto
Piu’ che nei precedenti racconti, la Bartlett indugia in questo racconto a considerazioni piu’ generali e a riflessioni “metafisiche” (troppo? forse si, ma ci sta!). Un assaggio, a cominciare dalla preferita:

Sbagliamo perche’ viviamo, perche’ cerchiamo di essere felici, perche’ giochiamo le carte che il destino mette in mano.
E’ questo che conta, molto piu che rimanersene tranquilli nel proprio guscio come molluschi.
(da farne il motto del mese!)

Una disgrazia collettiva non arreca danni irreparabili, mentre il male che ci e’ stato inflitto individualmente, quello che riconosciamo come ingiutsto, privato ,vergoognoso, quello puo’ cancellare il sorriso per tutta una vita.


Non avevo capito che non bisogna mai dare niente per scontato, nessun rapporto.
Una relazione bisogna coltivarla, curarla, innaffiarla, come una pianticella. Eppure, anche facendo tutto il possibile,
innaffiando, concimando, potando, a volte capita che la pianta appassica.
.

Taglia 46

Ho approfittato della mattina libera per andare in giro a rinnovarmi il guardaroba e riordinare gli armadi. Gia’, ho messo via oltre 20 paia di pantaloni perche’ non mi stanno piu’: dal 50 sono ora passato alla taglia 46 (o, all’americana, W30 L30)! Al momento sono ancora sprovvisto di abiti da cerimonia (ancora con la vecchia taglia), mentre per il casual quotidiano sto iniziando a recuperare (no, non peso – abiti!).

300 anni dopo l’assedio di Torino

Quasi al fotofinish, siamo andati prima che chiuda i battenti il prossimo tre giugno alla mostra sulla rievocazione del 300esimo anniversario dell’assedio francese di Torino del 1706.

In questa mattina uggiosa siamo stati fortunati perche’ a farci da cicerone abbiamo avuto una guida (Favetto) che ci ha guidati tra le sale espositve unendo con rara abilita’ competenza e passione. E cosi’ abbiamo trascorso due passando dai campi di battaglia alle corti d’Europa, apprendendo particolari sulle tecniche di utilizzo delle armi nel ‘700 e di costruzione delle fortificazioni militari.

Non ultimo, scoprendo come all’epoca le calzature dei soldati non avessero la distinzione tra calzata destra e sinistra: erano identiche, e solo con l’utilizzo prendevano poi la forma corretta del piede… Come sempre, la realta’ non e’ mai stata sempre identica a come la vediamo oggi.