All’epoca non esisteva l’individuo, non si faceva distinzione tra “io” e “tu”. L'”io” e’ nato dal terrore della morte, solo allora un’entita’ diversa dall'”io” si e’ mutata in “tu”. L’uomo non aveva ancora paura di se stesso e la conoscenza che aveva di se’ veniva dall’altro, erano solo il possedere o l’essere posseduto, il sottomettere o l’essere sottomesso che confermavano la sua esistenza. Mentre “lui”, il terzo privo di legami con “te” e con “me”, si e’ venuto differenziando per gradi. Poi “io” ha scoperto che “lui” era dappertutto , l’esitenza di esseri diversi ha fatto retrocadere la coscicenza dell’io e del tu. Nella lotta per la sopravvivenza, l’uomo ha attenutao pian piano la coscienza di se’. Catapultato nel caotico mondo, l’uomo e’ un minuscolo granelo di sabbia.
Il brano e’ preso dal testo del premio Nobel Gao Xinghian “La montagna dell’anima”. Bel racconto, con un particolare intreccio narrativo: i capitoli con una descrizione espressa dall’IO e redatti in prima persona, si alternano ai capitoli in cui si narra la vicenda del TU, con espressioni “tu ti alzi, tu la saluti,..”. Stile inusuale, che colpisce durante la lettura – e che aumenta il fascino dell’intreccio delle due vicende similari (per temi e luoghi) che si sviluppano per le oltre cinquecento pagine del testo, con ampie descrizioni naturalistiche e di costume delle popolazioni dell’interno della Cina.