Enzo Bianchi: anche tra i credenti c’e’ chi lavora contro il dialogo

Dall’intervista a Enzo Bianchi a Che tempo che fa prima di Natale, riporto qui il testo di un bel passaggio di forte autocritica verso un modo di vivere e proporre la religione (anche cattolica) – tipica di molti movimenti – che hanno alla loro base “la volonta’ di una chiusura su stessi,essere nella propria identita’ certi e sicuri senza guardare a quella identita’ che portano gli altri.”

“Il dialogo e’ un impegno e una responsabilita’ anche se e’ vero, oggi si ha diffidenza della parola dialogo,
anche all’interno delle religioni, purtroppo anche tra i credenti. Ormai nelle religioni ci sono credenti che lavorano contro il dialogo, dicono che il dialogo e’ una parola ormai indecente, di cui non bisogna fidarsi, perche’ pensano a come tornare a una identita’ dura, una identita’autorefenziale quando ogni identita’nasce e cresce dal confronto, dalla relazione e dal contatto con gli altri.

No,viviamo dei tempi molto difficili per quelli che credono nel dialogo, nel confronto nell’ascolto dell’altro.
Pero’ proprio per questo io credo che questo deve essere un impegno ancora piu’ risoluto.

Noi non siamo addetti a seguire le mode. Oggi il vento tira oserei dire contro il dialogo, contro il confronto, contro la riconciliazione; c’e’la volonta’ di una chiusura su stessi, essere nella propria identita’ certi e sicuri senza guardare a quella identita’ che portano gli altri.”