Dal libro Nuove Apocalissi di Enzo Bianchi:
C’e’ una tentazione, diffusa anche in certi ambienti del volontariato cattolico impegnati in prima fila sul difficile fronte dell’accoglienza degli stranieri, di pensare alla perfetta uguaglianza dell’altro, al criterio dell’accoglienza sempre e in ogni caso di tutti quelli che bussano alle nostre frontiere.
Ora, siamo consapevoli di quello che la storia ci insegna, e cioe’ che quasi mai il pane va verso i poveri e quasi sempre i poveri vanno verso il pane, cosi’ come siamo sempre piu’ coscienti della radicale uguaglianza di tutti gli essere umani di fronte a Dio e dell’universalita’ dei loro diritti, ma questo non puo’ tradursi automaticamente e acriticamente in un’accoglienza passiva e illimitata degli immigrati.
Che senso ha accogliere qualcuno senza poter fornire loro casa, pane, vestito e soprattutto una soggettivita’ e una dignita’ della nostra societa’?
Occorre riconoscere che esistono dei limiti nell’accoglienza: non i limiti dettati dall’egoismo che si asserraglia nel proprio benessere, ma i limiti imposti da una reale capacita’ di “fare spazio” agli altri, limiti oggettivi, magari dilatabili con un serio impegno e una precisa volonta’, ma pur sempre limiti.