Per pura coincidenza (l’avevo preso prima delle azioni militari di Israele di questa fine d’anno), ho finito di leggere il libro di Khadra “L’attentatrice”. Bellissimo testo, intenso e profondo nelle descrizioni degli stati d’animo di entrambe le parti, pur rimanendo in equilibrio senza propendere per una o per l’altra. Magistrale la descrizione di quando il protagonista, arabo integrato nella societa’ israeliana, scopre che la propria moglie si e’ immolata come kamikaze.
Pensiamo di sapere. Allora abbassiamo la guardia e facciamo come se tutto andasse per il meglio. Con il tempo finiamo per non prestare piu’ attenzione alle cose come si dovrebbe. Siamo fiduciosi. Cosa possiamo
volere di piu’? La vita ci sorride, a anche la sorte.
Amiamo e siamo amati. Possiamo realizzare i nostri sogni. Tutto va bene, tutto ci arride…
Poi inaspettatamente, il cielo ci cade sulla testa. Una volta a terra ci accorgiamo che la vita, tutta la vita – con i suoi alti e bassi, le sue fatiche e le sue gioie, le sue promesse e i suoi fallimenti – e’ attaccata a un filo inconsistente e impercettibile, simile a quello di una ragnatela. D’un tratto il minimo rumore ci spaventa e non abbiamo piu’ voglia di credere a nulla. Vogliamo solo serrare gli occhi e non pensare piu’ a niente.