Libro: la ragazza della arance

Letto su suggerimento di un amico. Libro dal particolare impianto narrativo: un ragazzo che casualmente scopre una lettera che suo padre gli scrisse molti anni prima di morire. Il racconto si intreccia quindi tra il presente attuale del ragazzo e il passato del racconto del padre. Gradevole l’inizio e la fine, anche se la parte centrale del libro risulta arenarsi qualche volta e perdersi di slancio in dettagli sul telescopio Hubble (l’astronomia era la passione del padre) che sembrano messi piu’ per occupare spazio che per vere esigenze narrative.

Bella storia d’amore, comunque: di un uomo per la sua donna, di un uomo per suo figlio.

GAARDER - La ragazza delle arance


Sempre più presso usavamo il pronome noi. E’ una parola strana. Domani farò questo o quello,si dice. Oppure si chiede cosa l’altro deve fare.. Quando usiamo il pronome noi, anche se sottointeso, accomuniamo due persone in una singola azione,quasi come se costituissero una unica entità complessa. In molte lingue si usa un pronome specifico quando si tratta di due, e solo due, persone. Questo pronome si chiama duale, cioè quello che è diviso in due. Secondo me e’ una designazione utile, perché a volte non si è ne’ uno ne’ due. Si e’ noi due. E si e’ noi due come se questo noi non potesse essere diviso. Quando usiamo il duale si introducono dunque regole completamente nuove.

zio!

Da questo pomeriggio, siamo diventati zii di un bel maschietto! Benvenuto, Francesco!

Caduta Alberi

In un blog che usa gli alberi e i giardini come metafora non poteva mancare la caduta di un albero! (beh, non era strettamente necessaria e volentieri se ne faceva a meno).

E cosi’ e’ stato nella realta’, ieri sera: mentre stavamo passeggiando verso la biblioteca di parco Rignon, all’improvisso un albero si e’ spezzato (!) a circa tre metri di altezza, e ha rovinato verso di noi. Ce ne siamo accorti, abbiamo iniziato a correre ma i nodosi rami ci hanno sferzato la schiena colpendoci alle spalle e sul capo buttandoci a terra.

albero parco rignon

Aiutati da gentilissimi passanti, ci siamo alzati e siamo riusciti ad uscire tra l’intrigo di fronde e rami, mentre sopraggiungevano l’ambulanza e i vigili.
E cosi’, oggi, siamo fermi a casa (non possiamo guidare) con due bei collari al collo da tenere per una decina di giorni. Si, potevamo evitarla ma… poteva anche andare mooolto peggio!

Ancora versacci

Mattino

Il sole del mattino mi ha salutato
lungo il ciglio della strada
profumo di tigli e fieno tagliato
ha preso posto tra i miei pensieri,
rinfrescati dalla lieve brezza del mattino che
ondeggiando smuove il grano dei vicini campi.

Un passo, un altro ancora, ancora uno poi
nella continua sequenza del cammino,
accompagnati dalla vista della torre
qualche poggio piu’ in la, qualche passo oltre.

La potenza della calma del mattino, quando
il passato si immagina ancora futuro
e tutti i sentieri sono possibili
spinti dalla vitale energia del primo mattino.

Roccaverano: l’amaca

Questo fine settimana siamo stati a Roccaverano. Abbiamo ancora una volta goduto della calda e familiare ospitalita’ di Daniela e Giovanni, felici proprietari del B&B L’amaca.
La semplice ma attenta ricercata armonia delle camere, il silenzio dei luoghi, il panorama mozzafiato e la fantastica colazione mattutina sono il alcuni degli ingredienti di questo magico posto.

B&B l'amaca: la sala da pranzo

Con dei cari amici abbiamo visitato il paese (proprio ieri c’era una fiera di robiole e prodotti langaroli) e siamo stati in piscina ad Acqui Terme.
Due brevi giorni di relax, semplicita’ e amicizia. Bellissimo!

Privacy email

Dopo le assurdita’ degli ultimi anni, che hanno visto una progressiva erosione dei diritti dei singoli a discapito dei diritti dei governi spioni (ma non della collettivita’ tutta), un piccolo grande stop che forse ristabilira’ le proporzioni: anche l’email gode degli stessi diritti della posta ordinaria. Sara’ interessante vedere se nel nome della sicurezza anche questa verra’ gradualmente dissolta.

Versacci

Fuga

Veloce rapisce il cuore
il senso di un profilo, un’ombra
suggerisce speranze, piaceri improvvisi
lasciando dietro se’ terre incolte e sterili.
Grida uscendo dal perimetro di pelle
verso altre spiagge, verso altri soli
bruciando il suolo e i suoi timidi germogli.
I sassi rimasti, bollenti al sole del meriggio
segnano il sentiero su cui incerti piedi incedono.

Nubifragio a Torino

Ieri sera sono uscito dall’ufficio con un po’ di pioggia cadente, diretto lungo Po per la penultima lezione di chitarra: niente di male, capita in questa pazza pazza stagione che qualche goccia di pioggia cada.

Man mano che procedevo verso il centro, il cielo si scuriva sempre di piu’, e qualche chicco di grandine (non grandicello, per fortuna) iniziava a cadere. Lungo corso regina margherita, oltre il rondo’ della forca, gia’ era quasi necessario stare in centro strada per non rimanere annacquati dal ristagno dell’acqua a bordo strada. Sul ponte Regina Margherita pero’ c’e’ stata l’apoteosi: traffico bloccato, pochi veicoli procedevano sotto una fitta coltre di spessa acqua.

Dal finestrino, si vedevano auto parcheggiate nel parco michelotti che gia’ avevano l’acqua a meta’ portiera: le autopompe dei vigili, in mezzo a corso Gabetti, bloccavano il traffico in corso casale, dove i cassonetti di immondizia fluivano seguendo il croso della corrente nel bel mezzo della carreggiata. E vedere scendere dalla collina, un torrente impetuoso, continuo di acqua marrone e’ stata la goccia che ha fatto “traboccare il vaso”: avanzato di pochi metri, ho fatto inversione a U e via verso via Po per la cena con amici.
Inutile dire, che dopo poco e’ tornato il sereno.

Mosaici

Sintesi: cogliendo l’utile (imparare meglio Gimp) e il dilettevole (selezionare e riguardare le foto) ho iniziato a fare i mosaici di sintesi delle foto dei viaggi passati: qui il primo, quello fatto in patagonia. Vabbe’ che le foto meritevoli sono proprio pochine, e molti scatti non sono cosi’ incisivi ed espressivi come vorrei, pero’ si inizia: basta non mollare.

Trasloco

Oggi ho traslocato di ufficio, rimanendo sempre nella stessa sede. Aggiungo un’altra tappa alla lunga lista di questi ultimi anni, che mediamente mi ha visto cambiare di postazione ogni circa due anni.
Sono sempre occasioni positive: cambia il mix di colleghi e volti che incontri casualmente nei corridoi, alle macchinette del caffe’ o alle stampanti, e cogli l’occasione per dare un’ultima occhiata a quei paper “che si tengono sempre da parte perche’ non si sa mai” e che inevitabilmente finisco nel cestino della carta.