Segnalatami da un amico:
“Parla soltanto quando sei sicuro che cio’ che dirai e’ piu’ bello del silenzio”.
Mezza maratona del lago maggiore
Fatta! Ho corso ieri la mia prima mezza maratona, l’ho conclusa entro le due ore come pensavo di riuscire a fare (1h 54′) e con la voglia di farne altre!
Rispetto alle due gare precedenti gia’ fatte nei mesi scorsi (10km), ho concluso stanco ma non distrutto: mentalmente e fisicamente avevo il controllo della situazione, non avrei proseguito ancora per molti chilometri in piu’, ma ero concentrato e non demoralizzato!
Forse perche’ c’erano solo 400 partecipanti (rispetto ai tremila delle altre gare), ma la partenza e’ stata meno eccitante delle volte scorse: siamo cosi’ partiti con calma, senza bruciarci subito. E man mano che i chilometri passavano, cresceva una sensazione unica, strana: mi sembrava di essere all’interno di un cono, partendo all’inizio dalla base larga, ricevendo molti stimoli sonori, visivi dall’ambiente esterno; ma man mano che proseguivo, aumentava la concentrazione e si riduceva il diametro del cono, e lo spazio di attenzione relativo per l’ambiente esterno. Un crescendo continuo di concentrazione, di dialogo interiore proseguito e durato fino all’arrivo! Immagino che non capiti solamente a me… ma la sensazione ricevuta e’ stata cosi’ intensa che e’ indimenticabile: come la felicita’ all’arrivo!
Mezza maratona lago maggiore: fine preparazione
Oggi si parte. In settimana sono terminate le sedute di allenamento dei mesi scorsi, ora c’e’ solamente la tranquilla consapevolezza di essersi preparati per affrontare al meglio i 21,097 km della maratonina di domani a Sesto Calende.
Redemption Song
Sto seguendo un corso di avvicinamento alla chitarra tenuto da Eugenio Mirti. Molto bravo, punta al sodo e a darci i primi rudimenti per trarne le soddisfazioni iniziali che permettano poi di proseguire con il tempo.
Tra gli esercizi dell’ultima lezione, devo imparare Redemption Song di Bob Marley, da me in passato molto apprezzato (si, le melodie mi erano note, un po’ meno le parole)- e ancor di piu’ ora che mi soffermo sul testo:
Emancipate yourselves from mental salvery; None but ourselves can free our minds.
Volare alti
Ieri sera, seduti sul divano riposando dopo l’ora di yoga settimanale, abbiamo visto un bel documentario sull’ultima impresa compiuta da Angelo Darrigo, sorvolare con il deltaplano la cima dell’Aconcagua, la vetta piu’ alta del continente sudamericano.
Spingendo quotidianamente i nostri limiti riusciamo, a piccoli passi, a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza.(Angelo Darrigo)
Preparazione alla mezza maratona
Ultima settimana prima della mezza maratona di domenica prossima. La preparazione e’ stata costante, crescentemente intensa, divertente (si!) e condotta su piu’ livelli. Al punto in cui sono arrivato mi considero molto soddisfatto del lavoro svolto. Non ho particolari ambizioni, la mia corsa e’ contro il mio cronomentro – conto di stare sotto le due ore, e, come dice un mio amico di corsa, di terminare con la voglia di farne poi un’altra“!
La componente di piacere e divertimento in quello che sto facendo e’ per me condizione necessaria per poterlo fare: non hanno senso anacronistiche competizioni con altri o con tempi ufficiali, o il farlo per farsi vedere, o tanto peggio per gareggiare per i premi in palio! Lo faccio semplicemente per me: per stare bene ora, mentre corro; per stare meglio subito dopo aver corso, per rinnovata energia; e, chissa’… per provare a non stare da rottame fra qualche annetto!
Come le tre punte di un tridente, mi sono concentrato (seguendo anche i consigli riportati letti qui) sui seguenti aspetti:
- mente: rafforzamento della volonta’, individuazione degli obiettivi e visualizzazione risultati e percorso;
- alimentazione: riduzione del peso, non solo a causa degli allenamenti ma anche e soprattutto per il controllo su quantita’ e tipo di alimenti;
- corpo: intensita’ crescente e costante delle sedute di prova.
Per quanto riguarda l’alimentazione, non mi sono privato di nulla: ho continuato a fare cene con gli amici, a bere vino a tavola e dolci quando c’erano. Ho controllato la qualita’ dei piatti (poca carne, ma di provenienza certa, verdure non trattate), la quantita’ (al massimo un bicchiere di vino a pasto, due fette di pane e non piu’ di 70 gr di pasta…) e la varieta’ (pasta la sera, molta verdura e frutta). Sacrificio: nessuno! Chi mi conosce sa come la (buona) tavola sia sempre da me apprezzata e goduta: per me non e’ costato alcun sacrificio o sforzo il modulare le mie attitudini, ottenendo in pochi mesi un calo di circa 10 kg di peso.
Per quanto riguarda gli allenamenti, mi sono imposto di riuscire a trovare nell’arco di ogni settimana almeno cinque ore di tempo in cui allenarmi/divertirmi.
Ho puntato a totalizzare 50km di allenamento ogni settimana: non sempre ci sono riuscito puntualmente, ma mediamente ho mantenuto un discreto livello. Perche’ 50? Sempre sul sito precedente ho trovato riportato questo come valore di soglia per poter raggiungere risultati apprezzabili. Di meno non ha senso, non si riesce a imprimere quelle modifiche necessarie al proprio corpo (massa muscolare, capacita’ respiratoria, apparato cardiaco) e mentali (forza di volonta, resistenza, costanza) necessarie.
Colonia
…Non sarà facile perché noi europei siamo stati i colonizzatori del mondo e oggi rischiamo di fatto di essere colonizzati per un misto di debolezza, ignoranza, forme di intolleranza e tolleranza mal riposta perché fondata non sulla consapevolezza ma sulla indifferenza e superficialità. (DeBiase)
Bel pezzo di De Biase scritto dopo gli scontri di Milano nel quartiere cinese. La riflessione ha centrato l’essenza dei cambiamenti cui andremo incontro nei prossimi anni nella nostra societa’, quando fra circa trent’anni oltre un terzo degli abitanti dell’Italia saranno di origine straniera. Se gia’ non si manifestera’ a livello di societa’ un cambio oggi, se non si fa ritorno (ma in Italia mai ci fu un’andata?) all’osservanza delle regole come bene super partes per la convivenza pacifica tra popoli diversi – allora l’essere noi colonia di altre culture sara’ inevitabile.
Ma d’altra parte, a ben pensarci, gia’ non successe duemila anni fa come scrive Orazio?
“Graecia capta ferum victorem cepit et artis intulit agresti Latio”
Film: l’ultimo inquisitore
Sabato sera siamo andati con degli amici a vedere L’ultimo Inquisitore, diretto dal Milos Forman di “Amadeus” e di “Qualcuno volo’ sul nido del cuculo”. Non e’ un film su Goya, che e’ si’ presente come fil rouge attorno a cui si snodano gli anni della inquisizione spagnola (coeva della rivoluzione francese), ma sull’atmosfera di terrore che i tribunali creavano nella societa’ dell’epoca.
Dopo una partenza normale, il film si impantana un po’ nella narrazione, allargando lo sguardo dalle vicende personali agli eventi esterni (rivoluzione francese, guerra con la Francia e l’Inghilterra, Napoleone) perdendo di incisivita’ in cosi’ tanti spazi e tempi. Un po’ troppo semplicistico saltare di anno in anno con scrite del tipo “15 anni dopo” per colmare buchi narrativi e di idee con ampi salti narrativi – proprio negli anni in cui nelle scene precedenti si lascia intendere che una ricchezza di eventi e’ pronta a seguire.
Belle le scene descrittive della preparazione delle stampe, con il procedimento delle acqueforti, cosi’ come discrete certe inquadrature. Nel complesso, da vedere con senso critico nel farsi condurre per i secoli tumultuosi della inquisizione.
Il pulsare della rete
Da questo articolo del New Yor Times, il ri-lancio dell’ultima frenetica tendenza della rete, alla produzione di interrruzioni rapide, continue, con le segnalazioni delle proprie attivita’, secondo per secondo.
Si ha cosi la visione pulsante del nervo sociale della rete, creando un sovraccarico di informazioni, interruzioni che fanno impallidire le gia’ frequenti rotture di pensiero che abitualmente abbiamo con mail e IM (come in questo post di Kathy Sierra, a cui rimando e da cui e’ tratta l’immagine qui sotto visualizzata).
Libri: La montagna dell’anima
All’epoca non esisteva l’individuo, non si faceva distinzione tra “io” e “tu”. L'”io” e’ nato dal terrore della morte, solo allora un’entita’ diversa dall'”io” si e’ mutata in “tu”. L’uomo non aveva ancora paura di se stesso e la conoscenza che aveva di se’ veniva dall’altro, erano solo il possedere o l’essere posseduto, il sottomettere o l’essere sottomesso che confermavano la sua esistenza. Mentre “lui”, il terzo privo di legami con “te” e con “me”, si e’ venuto differenziando per gradi. Poi “io” ha scoperto che “lui” era dappertutto , l’esitenza di esseri diversi ha fatto retrocadere la coscicenza dell’io e del tu. Nella lotta per la sopravvivenza, l’uomo ha attenutao pian piano la coscienza di se’. Catapultato nel caotico mondo, l’uomo e’ un minuscolo granelo di sabbia.
Il brano e’ preso dal testo del premio Nobel Gao Xinghian “La montagna dell’anima”. Bel racconto, con un particolare intreccio narrativo: i capitoli con una descrizione espressa dall’IO e redatti in prima persona, si alternano ai capitoli in cui si narra la vicenda del TU, con espressioni “tu ti alzi, tu la saluti,..”. Stile inusuale, che colpisce durante la lettura – e che aumenta il fascino dell’intreccio delle due vicende similari (per temi e luoghi) che si sviluppano per le oltre cinquecento pagine del testo, con ampie descrizioni naturalistiche e di costume delle popolazioni dell’interno della Cina.